Adjusted Bounce Rate…quando il Bounce Rate non basta!

- ADJUSTED BOUNCE RATE

...QUANDO IL BOUNCE RATE NON BASTA!

TRA KPI E PERFORMANCE INDEXES

Quando si parla di KPI nel digital marketing ci si riferisce a quei valori che permettono ai digital marketing manager di analizzare, misurare le performance delle campagne e delle strategie digital che stanno portando avanti in azienda e dimostrarne  l’efficacia in funzione del raggiungimento degli obiettivi generali dell’ organizzazione. 
 
Tra i KPI più noti sicuramente c’è la frequenza di rimbalzo o Bounce Rate. Il Bounce Rate è uno di quegli indicatori di performance che può “togliere il sonno” a chi gestisce un sito web o un e-commerce, sia per il fenomeno in sé che per la sua ambiguità: non esiste infatti un valore assoluto a cui far riferimento, perché il bounce rate dipende da molti fattori come anche dalla tipologia di piattaforma utilizzata e dal segmento di mercato in cui si opera. Per questo motivo, riscontrare un bounce rate elevato non necessariamente significa che il sito non funzioni, anche se tendenzialmente un tasso molto alto potrebbe dipendere da alcuni errori e problemi anche a livello di SEO on page. 
 
L’espressione bounce rate indica letteralmente il tasso di rimbalzo, ovvero la percentuale di visitatori che lasciano il sito Web dopo aver visualizzato solo una pagina, rimbalzando e tornando dietro verso la pagina dei risultati di ricerca o sul sito Web da cui partiva un link in uscita. Dal punto di vista matematico, la frequenza di rimbalzo rappresenta il rapporto tra le sessioni di una sola pagina (il numero totale di utenti che visualizza una sola pagina) e il totale delle sessioni (il numero totale di entries sulle pagine del sito).
 
In genere, si ritiene che un bounce rate molto alto indichi che la maggior parte dei visitatori che arrivano sul sito non sono realmente interessati al contenuto proposto (e posizionato in SERP), oppure che non hanno apprezzato il design o la UX del sito o ancora che non hanno trovato quello che stavano cercando. Al contrario riscontrare un bounce rate pari a 0 o sotto alla soglia del 25% nonostante possa sembrare molto incoraggiante può essere invece indice di qualcosa che non va come un errore nell’implementazione delle analitiche, oppure una modalità di costruzione del sito che forza gli utenti a compiere almeno una azione prima di uscire (ad esempio gateway o landing page attraverso cui passare prima di giungere al sito principale), inficiando comunque l’esperienza degli utenti stessi.
 
Questa metrica ha però dei limiti. Prendi in esame il seguente comportamento: un utente si ferma per 20 minuti per leggere la tua pagina e esce dal sito. La sua sessione viene identificata come bounce e viene associato un bounce rate del 100%. Insomma, questo utente è in realtà un utente interessato ma viene etichettato come un utente che non lo è.
 
Per questo abbiamo bisogno del adjusted bounce rate, o frequenza di rimbalzo aggiustata o adattata.
 
L’adjusted bounce rate è una tecnica di tracciamento che, attraverso la definizione di eventi intermedi, come lo scroll fino ad un certo punto della pagina o il tempo speso in essa, fa si che una sessione non venga identificata come un rimbalzo, anche se l’utente esce senza visitare una seconda pagina durante la stessa sessione.
 
Il tasso di rimbalzo modificato, o come viene chiamato in gergo “Adjusted Bounce Rate” consente di bypassare alcuni limiti del tasso di rimbalzo “classico” fornendo un’interpretazione più precisa del coinvolgimento degli utenti.
 
Un’alta frequenza di rimbalzo potrebbe suggerire che il visitatore non ha trovato quello che sta cercando, ma…siamo sicuri?
 
Se un utente visita una pagina e poi lascia il sito senza visitare un’altra pagina, viene considerato un rimbalzo: ma lo stesso utente potrebbe avere un’esperienza soddisfacente sul sito Web, trovando tutte le informazioni di cui aveva bisogno (ad esempio in un post sul blog ) e poi lasciando il sito web.
 

PER CONCLUDERE

Per concludere, comprendere la frequenza di rimbalzo modificata può aiutarti a:

  • Perfezionare le pagine giuste del tuo sito e non solo quelle che mostrano frequenze di rimbalzo standard elevati.
  • Comprendere meglio la qualità delle tue pagine di destinazione principali dalla ricerca organica.
  • Comprendere meglio la qualità del traffico della campagna. Vedere una frequenza di rimbalzo del 95% è molto diverso dal 25%. Certo, vuoi le conversioni dal traffico della campagna, ma anche il coinvolgimento è importante da capire.